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Immagine del redattoreAlessandra Corbetta

«Roba fragile, fragile detrito»: recensione a "Medicinalia" di Francesco Gallina

temi di averla

sempre una malattia.

non l’ipocondria

Medicinalia



Si potrebbe dire che, in questi pochi versi, c’è il male di una generazione: pare, infatti, secondo le statistiche, che l’ipocondria sia il disturbo nervoso che più affligge i giovani d’oggi. Francesco Gallina, classe ’92, dottore di ricerca in Scienze filologico-letterarie, storico-filosofiche e artistiche e Cultore della materia presso l’Università degli Studi di Parma, dedica a questa patologia l’ironico haiku che si legge in epigrafe, mescolando a una ricca e secolare storia di “medicina poetica” – nonché alla fortuna degli haiku, che vede in Zanzotto uno dei massimi esponenti italiani – la memoria della canzone popolare contemporanea (vorrei avere occasione di chiedere all’autore se non avesse in mente, mentre scriveva, la canzone di Giancane feat. Rancore, Ipocondria, che è stata la colonna sonora del programma di La7, Propaganda live, durante il periodo della pandemia).

Medicinalia (2022) è da poco uscita per Marco Saya Edizioni, nella collana «Sottotraccia» diretta da Antonio Bux: come detto, si riallaccia sia a una tradizione consolidata di “poemi medici”, sia alla malattia in qualità di motivo topico della poesia contemporanea. Una parte cospicua del lessico utilizzato da Gallina, infatti, fa già parte da tempo del repertorio dei poeti italiani: «arteria»; «tic tac»; «femore»; «organi»; «farmacista»; «anestesia»; «radioscopia»…

Solo alcuni esempi di questa fortuna linguistica: una parte del linguaggio è addirittura di scuola crepuscolare, si pensi alla «radioscopia» di Guido Gozzano in Alle soglie, alla quale si uniscono la «tosse» (sempre in Alle soglie) e la «morfina» di Nemesi. Ancora gozzaniano è il «tic tac» dell’orologio guasto del salotto di Nonna Speranza. Il «femore» riecheggia invece uno xenion di Satura di Montale («il chiodo del tuo femore» scrive il poeta alla Mosca), mentre «Anestesia» è il titolo di una poesia di Biancamaria Frabotta. Alcuni termini, specialistici, sono a mio parere un unicum di Medicinalia: tra questi «forcipe/i» – che probabilmente non compare nemmeno nella poesia realista degli Scapigliati – «deltacortene»; «encopresi»; «sars»; «sim» e «pin»:


se perdessi la strada che porta all’arteria

col dito potresti intercettare la sim

del sangue, risalire al pin

che ci tiene in vita, messo su carta

da Frank Netter in punta di matita,

ché la vita è una questione di grafite,

roba fragile, fragile detrito

Malgrado il tema scelto dal Gallina sia stato sviluppato da poeti e poetesse di spicco anche e forse soprattutto nell’ambito della poesia ipercontemporanea, è con una sorta di freddo e realistico distacco che l’autore si accinge ad affrontare un argomento così delicato: non ci sono il pathos e la sofferenza dell’io che si sottopone alle cure – penso a larga parte della produzione di Elena Salibra, esponente di spicco del «Realismo terminale» – e non c’è nemmeno il dolore del poeta che vive la malattia attraverso i percorsi delle persone malate a lui care (possiamo dire che è quasi assente l’essere umano, così come assente è l’io poetico). La dimensione di Medicinalia è bianca e asettica, clinicamente igienizzata: il cancro, per esempio, è descritto con premura di particolari quale animale («la bestia che allunga le chele», Il cancro) che striscia invadente attraverso il corpo, modificando «l’urbanistica del seno», disegnata da sottili capillari, vene e noduli. La sclerosi multipla – malattia tristemente giovanile, la cui individuazione richiede tempo e innumerevoli esami – è indicata con una sola parola: demielinizzazione. Sostantivo lunghissimo e terribile, che risuona nell’orecchio del malato solo dopo interminabili attese e itinerari diagnostici dolorosi e ansiogeni. Gallina gioca con il significante e il significato di questo termine complesso, che contiene – illusoriamente – la parola miele: la perdita di potenza dei muscoli si trasforma in una «caramella /dolcissima» che un giorno, non lontano, l’ammalato non riuscirà più nemmeno ad ingoiare.

Al lessico iperspecialistico, Gallina affianca una fitta trama di richiami intertestuali: si legga la poesia l’Alzheimer, dove il richiamo montaliano a L’alluvione ha sommerso il pack dei mobili…è evidente.


da sei mesi l’alluvione ha sommerso

tutto: riattacca adesso

i cocci l’architetto Bruneri, il marito,

sfogliando con lei

– le ginocchia accartocciate nel plaid –

un album di famiglia, mille polaroid,

ai suoi occhi, ai suoi tondi, verdi, indugi,

[…]


Il dialogo con i modelli è riuscito, anche se a tratti forse troppo manifesto. Gallina utilizza gli ipotesti scopertamente, spesso ostentando forse troppo la loro presenza, senza riuscire ad amalgamarli nel tessuto poetico: spesso le citazioni colgono il lettore impreparato e risultano essere un elemento di disturbo. In qualche modo, l’autore desidera comunicarci che conosce la tradizione, un gesto non necessario, perché la limpidezza e la chiarezza della poesia di Medicinalia sono sufficienti a suggerire la cura formale dietro ad ogni singolo testo della raccolta, che si rivela essere un libro riuscito e unico nel suo genere.



Francesco Gallina è dottore di ricerca in Scienze filologico-letterarie, storico-filosofiche e artistiche e cultore della materia presso l’Università degli Studi di Parma, dove si occupa prevalentemente della storia del genere novellistico e della fortuna dantesca in ambito letterario e figurativo. È autore di saggi e contributi su riviste scientifiche, tra le quali «Studi e Problemi di Critica Testuale», «Griseldaonline», «Studi Pasoliniani», «Italianistica», «Parole Rubate», «Campi Immaginabili», «Oblio» e «Ricerche di S/Confine». Della sua produzione scientifica si menziona il recente «Speculando per sapienza». Vita, opere e poetica di Giovanni Gherardi da Prato (Rubbettino, 2022), volume monografico interamente dedicato all’intellettuale toscano. In ambito narrativo ha pubblicato racconti su quotidiani come la «Gazzetta di Parma» e antologie fra le quali Parma. I nuovi narratori raccontano la loro città (Diabasis, 2021). Medicinalia (Marco Saya Ed., 2022) segna il suo esordio poetico.

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