Nota di lettura a "Storia della bambina infranta (dialoghi-nudi)" di Luisa Trimarchi
(l’ora è compiuta – non c’è rammendo
che tenga – come vetri caduti in terra –
definitivamente in frantumi)
Luisa Trimarchi con la raccolta Storia della bambina infranta (dialoghi-nudi) (Puntoacapo Editrice, 2023) realizza un’opera cruda, densa di spasimo, di ferite aperte fino a condurre in un vortice doloroso che lascia fitte enormi nel petto. La bambina infranta è protagonista assoluta, intesse dialoghi con sé stessa, la madre e l’ambiente. Come suggerito dal titolo sono dialoghi nudi, senza filtro; le ambiguità sono azzerate dalle descrizioni dettagliate seppur segmentate, frammentate come la bambina stessa. Tra i versi si nota sovente l’abbondare di aggettivi per meglio qualificare e descrivere il frangente. Ripetersi, ridondare come il rumore dei pezzi andati in frantumi da raccogliere. Per essere definita la bambina chiede di essere riparata, pretende ascolto: «Riparami – sono rotta!» eppure resta inesaudita. Il dualismo madre-figlia, l’attaccamento vita-morte, sono i temi affrontati nei versi di Trimarchi e raccontati con una durezza che gela le ossa. Le immagini di annegamenti e mostri divorano ogni «cosa che riluce». Il dolore ha un luogo, che non è esclusivo dell’utero, ma trova una voragine che «da ogni interno – / preme – acuta – dalla pancia / nella linea del vero dolore». Ad accompagnare i componimenti della raccolta sono i disegni rappresentanti la bambina, realizzati da due giovani ragazze e due donne adulte.
Davide Toffoli nella prefazione al testo spiega che la bambina «è frammentata, fatta a pezzi, massacrata, ma tenuta insieme dal desiderio di raccontare e di trovarsi». Negli ultimi componimenti si fa intensa la speranza, fino ad alzare una preghiera che allontani la paura. Quella raccontata da Trimarchi è una storia femminile, che insegue l’amore per una bambina mai nata: «Il filo segreto di ogni amore / passa dentro l’odore che / come quando qualcuno / muore non abbandona / – mai – sopraggiungendo / oltre ogni fine.»
Orologi
“Riparami – sono rotta!”
Stiamo al riparo – nello spazio
convesso – lontani da pioggia e vento
– dentro – negli incavi delle braccia –
accovacciati sulle pance vuote
e stanche – private di carezze –
nell’intreccio del sapere notturno
– buio – senza tormento se non
il rumore del ticchettio dei cuori
franti – non più riavviabili – come
orologi irrimediabilmente rotti.
(l’ora è compiuta – non c’è rammendo
che tenga – come vetri caduti in terra –
definitivamente in frantumi)
Strozzata
Non si sente più gridare – tace
la bambina muta – scalpitante
di vita ha finalmente la voce
strozzata – come un usignolo
con la gola mozzata – rivoli
di sangue scendono da occhi
vuoti di vita.
(sono quindi riusciti ad ucciderla?
Sarebbe ora di spegnerla!)
Scarnificati
Morire
soli – di solo
amore.
La fine
“Scusa ma che fine hai fatto?”
(la bambina la guarda – ammaliata)
“Sono morta? Non te lo hanno detto?”
Tocca ogni pezzo che vede
di quella testa mezza rotta:
non è più – se non un ricordo –
lontano.
(allora perché fa tanto male –
al solo pensare?)
Luisa Trimarchi, si laurea con lode, in Lettere, all'Università “La Sapienza” di Roma. Le lezioni e la tesi con la poetessa Biancamaria Frabotta la incoraggiano alla scrittura, una passione coltivata già dall'adolescenza. Segue corsi di perfezionamento e master. Nel 2017 frequenta la “Bottega di narrazione” di Giulio Mozzi. Nell'aprile 2021 pubblica la silloge Versi della dimenticanza (Transeuropa), nel marzo 2022 Le stanze vuote (Controluna). Ottiene importanti riconoscimenti in rassegne nazionali e internazionali. Nel 2022 si aggiudica il secondo premio assoluto al concorso "L'arte in versi", dell'Associazione Euterpe e tre suoi testi (tratti dalla raccolta inedita Storia della bambina infranta) sono selezionati e pubblicati in Singolare/Molteplice (Ed. puntoacapo), antologia ufficiale del Premio "Bologna in Lettere", a cura di Enzo Campi ed Enea Roversi. Le stanze vuote (Controluna) è stato selezionato fra i finalisti dell’VIII premio internazionale “Città di Latina”. La stessa silloge ha poi di recente ricevuto la segnalazione della critica nel XVI premio internazionale “Massa, città fiabesca”. Il suo racconto Lettera per una donna è risultato tra i selezionati al XXXVI premio internazionale Montano (2022). Il 29 ottobre su “la Lettura” del Corriere della sera è uscita una breve recensione sull’ultima silloge, Le stanze vuote. Partecipa a poetry slam, reading poetici e incontri realizza podcast e gestisce un breve spazio settimanale, di tre minuti, su una radio web, trasmissione di intrattenimento (Il Radionauta), con una rubrica di poesie Coordinate poetiche dove legge i propri testi. Insegna letteratura in un liceo scientifico, a Cremona.
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