Nota di lettura a "Nell'ora dell’aurora" di Daita Martinez
La recente raccolta poetica di Daìta Martinez, Nell'ora dell’aurora (peQuod 2023), si distingue per la sua innegabile natura ritmica e incantatoria. I suoi versi non sono narrazioni, piuttosto si palesano quale intricato intreccio di suggestioni ed evocazioni che invitano il lettore a immergersi in un flusso di emozioni e pensieri che paiono sfumare, sparire, sottrarsi alla presa.
Martinez, come nota giustamente Elio Grasso nella prefazione, «fonda una lingua che evita di capire il mondo». In un certo senso, potremmo dire che invece di capire, Daìta Martinez lo fa il mondo, ne inventa uno tutto suo, in cui parola e significato si fondono al ritmo e alla musica, creando così un'atmosfera di magia e mistero, attraverso cui provare a spiegare il quotidiano.
Strutturalmente, l’opera si caratterizza per l'assenza di punteggiatura tradizionale, quasi come a produrre una voce-fiume che dilaga. Ma il dilagare della voce non è caotico, dal momento che il silenzio – quel silenzio che rende possibile la parola e la poesia – è indicato dalle spaziature, che assumono un proprio significato simbolico, trasformandosi in una sorta di pausa musicale all'interno del flusso dei versi. Questo stile contribuisce a creare un ritmo avvolgente e suggestivo, che invita il lettore a immergersi completamente nell'esperienza poetica, lasciandosi trasportare dalle emozioni e dalle immagini evocate dalle parole dell'autrice.
La cadenza musicale che permea i versi si rivela affascinante anche per l’uso di rime interne, iterazioni e allitterazioni, che creano un effetto di contrappunto polifonico, dando voce a diverse sfumature di significato.
Quanto al racconto – se di racconto si può parlare – Martinez rievoca il suo passato con una nota di nostalgia per la percezione fantastica del mondo propria dell'infanzia e dell'adolescenza. Attraverso associazioni evocative e connessioni segrete, ci trasporta nei recessi dell'intimità e della memoria, esplorando i quartieri di Palermo e le figure a lei care, quelle della sua vita quotidiana.
Il contrappunto principale in questa danza di parole è dato dalla dimora familiare e dai temi di identità, memoria e perdita, portando alla luce la ricerca di un senso di appartenenza.
La figura assente del padre, a cui la raccolta è dedicata, permea molte delle liriche con una nostalgia delicata e struggente. Martinez evoca ricordi e momenti con una grazia poetica che tocca profondamente il lettore, offrendo una visione dolce e delicata del rapporto con il genitore scomparso.
entrare piano e pianissimo innamorare
il canto dell’ora breve sulla bocca quasi
armonica distanza dal bosco alla sua
stanza di pioggia sia leggera e resa sia
l’attesa sull’altare della donna ascesa d’
un solo autunno ché il primo caffè ha il
palmo del giglio la premura del mattino
*
giorgia ha il suono della gioia
le labbra di maggio nell’aurora
una rosa dai suoi occhi infiora
la tenera ora e fa culla l’amore
custode che al viso una fiaba
tra i capelli della madre è nido
di mani il batticuore del padre
*
arriva dal centro della casa la gioia
piccina del passero al mio mattino
soffiato nudocaldo sulla bocca ad
inesatta melodia perché dal niente
il batticuore possa prevedere l’aria
e l’altra volta ancora andata dentro
l’acqua dei tuoi occhi d’erba filata
i fianchi che mi smetto sinza ventu
spampinatu comu ciatu di sciroccu
ca tuttu pigghia e tace l’ombra per
delicata luminosità sulla soglia che
tremando scopre il seno della rosa
Daìta Martinez, palermitana, ha pubblicato con LietoColle (dietro l’una), 2011, segnalata alla V Edizione del Premio Nazionale di Poesia “Maria Marino”, e nel 2013 la bottega di via alloro. Vincitrice – sezione dialetto – del 7° Concorso Nazionale di Poesia Città di Chiaramonte Gulfi, è stata finalista, per l’inedito in dialetto, della 44° edizione del Premio Internazionale di Poesia Città di Marineo. Inserita nell’Almanacco di poesia italiana al femminile “Secolo Donna 2018”, edizioni Macabor, nel 2019 ha pubblicato la finestra dei mirtilli, suite poetica scritta a quattro mani con il poeta comisano Fernando Lena, Edizioni Salarchi Immagini, il rumore del latte, Spazio Cultura Edizioni, e nutrica, LietoColle. È vincitrice del Premio Macabor 2019 – sezione raccolta inedita di poesia – con pubblicazione, ‘a varca di zagara in dialetto siciliano. È presente in Anni di Poesia di Elio Grasso, puntoacapo Editrice, 2020. È stata finalista – sezione raccolta inedita – della 34° edizione del Premio Lorenzo Montano. Nel 2021 ha pubblicato Liturgia dell’acqua, Anterem Edizioni, e Le madri, raccolta di haiku accompagnati dalle acqueforti di Vincenzo Piazza, Edizioni dell’Angelo.
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