Nota di lettura a "Formulario per la presenza" di Francesca Innocenzi
- Elena Verzì
- 26 apr 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Francesca Innocenzi pubblica nel 2022 per Edizioni Progetto Cultura un’auto-antologia dal titolo Formulario per la presenza. In quest’opera sono raccolti componimenti inclusi originariamente in altre sillogi pubblicate tra il 2005 e il 2019 e appositamente scelti dalla stessa, con il fine di riunire le liriche che meglio manifestano il percorso esistenziale e poetico affrontato. Benché nella postfazione Innocenzi dica del suo volume che potrebbe «forse disorientare, data la mancanza di un nesso evidente con i testi, che recano anzi, a più riprese, tracce di assenze, lacune e sparizioni», appare chiaro come si delinei l’essenzialità della forma ricercata, di una parola poetica «mai vana», «nota di ferma presenza» pronta a decodificare la vita tra «baratri dell’assenza» e ferite aperte, recidive. L’io poetico si scontra con le divergenze, tenta di superare pene, mutamenti e turbolenze, attraversando la parola «fino ad annientarla». Fuori dalla dimensione temporale «non chiedere parola / ma rimani / in qualunque tempo e forma». La memoria del dolore trasmuta da ostacolo a riscatto, alcuni versi ricordano quelli della poetessa Achmatova che nella poesia Né mistero né dolore dice: «Capivo fin da allora / quanto è angusta questa terra». Innocenzi dà voce alla «frammentazione interna» che abita l’uomo, e porge «le carni a un dolore sedotto / al mondo un’età senza ombra di scampo» e ne fa un solo corpo racchiuso nel Formulario per la presenza con l’intenzione di insegnare a rimanere, a restare, a esserci oltre ogni assenza.

all’alba di un sei luglio
un gatto bianco all’alba di un sei luglio
ci spiava dal giardino di sotto
la sua voce che mi tremava accanto
alludeva a un amore scomposto
portava negli occhi un alone d’autunno
parlava una lingua di spettri di pianto
porgeva le carni a un dolore sedotto
al mondo un’età senza ombra di scampo
a buio svegliarsi e all’alba morire
restava sospeso il tempo della vita
da cinque dita spogliata d’azzurro
di questo vestito velato compianto
un gatto bianco all’alba di un sei luglio
ci fissava dal giardino di sotto
lasciava al nostro sguardo scoperto
nemmeno l’indizio di un tragico scherno
*
non mi assolverai, padre
io non sono mai stata incolpevole
ho una ferita aperta tra le gambe
una piccola ferita potente
che mi rassomiglia di miele e sangue
chiara tuorlo liquame
giallo come la rabbia che mi prende
e fa’ che sia la mia dote di sposa
io che mi immergo sola in melma nera
perché il mio amato è muto per stanotte
abbozzolato in mille carni e una
non mi conforterai, padre
ho una ferita aperta tra le gambe
me la detergo con il pianto ogni sera
fa’ che questo sale mi sia amante
franto come onda in mille forme e una
*
a te, mia ferita
sempre uguale, recidiva
che simuli giochi di sole
a te, che bambina mi tieni
che mi inganni
plastifichi forme, fantasmi
perché del niente mi innamori
e così vanamente ti nutra
a te, ferita che trattieni
questa levità di donna
dico alzati, cammina
impara l’impasto del pane
voci reiette, latrati di cani
percorri i passati universi
e assolvi ogni onta di male
da vacuo amore camuffata
disegna paesaggi di luce
se puoi, trascenditi umana.
trascorri e dilaga in parole
detersa mai vana.

Francesca Innocenzi è nata a Jesi (Ancona). È laureata in lettere classiche e dottore di ricerca in poesia e cultura greca e latina di età tardoantica. Ha pubblicato la raccolta di prose liriche Il viaggio dello scorpione (Il Filo 2005); la raccolta di racconti Un applauso per l’attore (Manni 2007); le sillogi poetiche Giocosamente il nulla (Edizioni Progetto Cultura 2007), Cerimonia del commiato (Edizioni Progetto Cultura 2012), Non chiedere parola (Edizioni Progetto Cultura 2019), Canto del vuoto cavo (Transeuropa 2021); il saggio Il daimon in Giamblico e la demonologia greco-romana (Eum 2011); il romanzo Sole di stagione (Prospettiva 2018). Per Edizioni Progetto Cultura ha diretto collane di poesia e curato alcune pubblicazioni antologiche, tra cui Versi dal silenzio. La poesia dei Rom (2007); L’identità sommersa. Antologia di poeti Rom (2010); Il rifugio dell’aria. Poeti delle Marche (2010). È redattrice del trimestrale di poesia «Il Mangiaparole» e collabora con vari siti letterari. Ha ideato e dirige il Premio letterario Paesaggio interiore.
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