Nota di lettura a "Eucariota" di Giuseppe Nibali
Giuseppe Nibali pubblica il suo terzo libro di poesie, Eucariota, nella Collana Gialla. La collana, a cura di Alessandro Canzian, Roberto Cescon, Augusto Pivanti e Gian Mario Villalta, è un progetto di Pordenonelegge in collaborazione con Samuele Editore, che da anni accoglie voci di autori già conosciuti da chi segue la vicenda attuale della poesia, considerandoli testimoni del presente. Nomi che poi si sono affermati, nomi che si affermeranno come costruttori di cultura e realtà.
Eucariota completa una sorta di trilogia oscura, dopo Come Dio su tre croci (Affinità Elettive Edizioni) e Scurau (Arcipelago Itaca). Il libro è diviso in due sezioni, Eucariota, che dà il titolo alla raccolta, e Il Male.
La prima sezione è inaugurata all’insegna della zoomimesi, un processo che Roberto Marchesini descrive come atto di ibridazione che prevede specifiche retroazioni sul sistema uomo tali da condurre a una permanente modificazione identitaria e a una decostruzione dell’essenza stessa dell’essere umano.
io in questo mondo sono nata non altrove/ e mordo dove padri in branco lasciano/zampe piume piccole ossa. Beccano i pulli /le poiane per separare le penne caudali/prepararli al volo
Viene in aiuto il concetto di divenire-animale, formulato da Deleuze e Guattari, come elemento in grado di porre in discussione l’essenza immutabile dell’essere umano, che può favorire il ripensamento non solo dei rapporti tra uomo e animale, ma anche dell’etica contemporanea attraverso il recupero della teoria spinoziana dei corpi e degli affetti.
Ciò che compie Nibali è sfilacciare l’io lirico nelle microstorie di donne e uomini, ma anche di animali, come l’orsa JJ4, riportando l’io a una natura bestiale dove “metà della carne è da buttare”.
Il dolore è evocato e medializzato nei viaggi a ritroso, in pellicole attraverso cui vediamo scorrere le azioni, le vite che diventano bile e grumi, gli scatti delle membra e dell’articolazione, una biologia dell’istante alla ricerca, tra tanto male, di un bene precario.
Eucariota è un libro dalle coscienze multipolari, numerosi spazi sono disseminati da io che si sfilacciano, perdono consistenza nella loro miseria, nel dolore che è sofferenza del corpo, in un ambiente ostile dove tutto si consuma, prevarica, si degrada: la vita complessa, pluricellulare, la vita materica fatta di bava e ossa.
Consumare tutto corrodere degradare distruggere
fino alle ossa spolpare e bene masticare i legamenti
la caccia è sempre preceduta da una qualche
forma di gioco, a volte si può repentinamente
uccidere e dopo sarà stupore perché
non aveva fame ed è successo per collera.
Ho letto questa scena su un libro ho alzato la testa
dalle pagine ho pianto guardando l’altrove alla finestra
verande alberi donne davanti ai tabacchi nella pioggia.
Metteranno una corona sulle nostre teste un giorno
verranno in cerimonia e sulle spalle sui capelli si poserà
il segno di questa vittoria, vedrete noi i nostri corpi
inginocchiati e i glutei e le schiene per seguirla
dall’inizio e bene la linea rinata del comando.
*
Un ululato invece molti ululati, la madre
del lupo partorisce figli vivi mentre questi
che vedo vengono nella radura a deporre uova
alte mezzo metro uova di struzzo di tacchino
e quando si schiudono lo fanno sulla
pancia delle madri umane. Bava in questo punto
umori femminili e sperma sui corpi nei corpi di chi
si accalca e succede prima del tramonto
quando li chiamo e verso carne olio e salsa
scura nelle mangiatoie.
JJ4
i.
Non è un cittadino è oltre i cittadini
deve essere giudicato come un nemico da questo consesso
egli fu re, la repubblica è stata fondata la famosa questione
che vi impegna è decisa da queste sole parole.
i cittadini si legano fra di loro col contratto
esso non si lega affatto non si può rientrare in un contratto
nel quale non cisi è impegnati. La legge è un rapporto di giustizia
che rapporto può mai esserci tra l’umanità e lui?
Cosa c’è in comune tra lui e il popolo?
Non si può regnare senza colpa.
*
C’era questa costruzione immensa, sembravano fili elettrici
un reticolato che era un radar una volta. Un muro adesso
dove i merli restano impigliati. Se ne trovano ogni giorno
nuovi esemplari sotto casse porte arrugginite, i disegni fatti
nei decenni dai writer. C’è vicino il parco dei divertimenti
la ruota panoramica altissima e mai utilizzata, una giostrina per bambini.
Non capiamo cosa succede eppure mio papà dice all’altro uomo
che la duga serviva per captare i segnali, per sapere se lanciavano
finalmente qualcosa qui dall’occidente.
Giuseppe Nibali è nato a Catania nel 1991. Si è laureato in Lettere Moderne e in Italianistica a Bologna dove è stato membro del Consiglio Direttivo Centro di Poesia Contemporanea dell’Università. Giornalista Pubblicista, è direttore responsabile di Poesia del nostro tempo e curatore del progetto Ultima. Collabora con Le Parole e le cose, La Balena bianca e con il magazine Treccani. Ha pubblicato i libri di poesia: Come dio su tre croci (Edizioni AE, 2013), e Scurau (Arcipelago Itaca, 2021). Animale (Italo Svevo Edizioni, 2022) è il suo primo romanzo.
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