Nota di lettura a "Ci aspettano estati tropicali" di Alessia Bettin
Il tempo della poesia di Alessia Bettin sta nell’attesa di un futuro che si fa già incombente, i cui segni sono ormai profondamente radicati nel presente. Il tempo di questa poesia sta nella precisa scelta lessicale che alterna la messa a fuoco sul disastro ipercontemporaneo (la questione ambientale, l’eccessiva urbanizzazione, gli spettri di una disumanizzazione) a germogli verdi che fioriscono da reminiscenze nostalgiche dell’infanzia. Ed è proprio questo a conferire alla poesia di Bettin una voce forte che assume una posizione netta rispetto alla nostra responsabilità nel mondo. Ci aspettano estati tropicali, il titolo della raccolta, rimanda infatti a una condizione naturale piuttosto inospitale, fatta di calura e temporali, da cui sarà meglio ripararsi e aspettare, e allo stesso tempo non nasconde il fallimento del nostro presente. Le immagini poetiche sono spesso proiettate nel futuro (si insiste proprio sull’uso dei verbi al futuro e su espressioni che iniziano con “ci aspettano”, “aspettando”), e tuttavia sono estremamente concrete e definite, chiare e asciutte nel mostrare una precisa condizione: «guarderemo l’alba in webcam / a trentasei anni / nevicare live / sulle Dolomiti», «cinguettare di uccelli in loop / nei bagni dell’autogrill», e ancora «Ti dirò che ho sognato / container di sneaker affondare nell’oceano». C’è poi un altro sguardo, altrettanto onesto e lucido, che si rivolge all’intimità del nostro far parte di questa natura sconvolta da scirocchi e perturbazioni – la nostra natura non è poi così diversa da quella che abbiamo sotto gli occhi e che oggi vediamo soccombere sotto il cemento, sembra voler dire. In particolare, nelle poesie Il verde negli occhi e Una pianta sfacciata, si insiste sull’associazione uomo-natura nella comune resistenza, nella fragilità che pur ci rende vivi, nella stessa forza-distruttrice-generatrice: «Sono dentro la terra dei vasi / come radice / come verme / sputo semi sull’erba / sono notturna / forza generatrice», «Il fico è come te / è una pianta sfacciata / cresce sugli strapiombi dietro le grondaie / dove nessuno pianterebbe mai un seme». Tra questo precipitare verso la degradazione si fa spazio la voce del ricordo di infanzia, «bambole di pezza / tazze della nonna / cuoricini ossidati», come possibilità di riscatto. È una voce flebile, una filastrocca dal finale amaro come il “profumo della torta inzuppata di veleno”, una promessa che sa di inganno.
Ci aspettano estati tropicali
conferenze e circonferenze
amanti armati
ma a maggio accenderemo fuochi
nei bidoni per scaldare le vigne
guarderemo l’alba in webcam
a trentasei anni
nevicare live
sulle Dolomiti
ancora svegli
alle quattro di notte
per il reflusso e la paura dei ladri
di tanto in tanto
ci capiterà di sognare
passioni furiose
un’ampia disponibilità economica
la fine della coppia
cinguettare di uccelli in loop
nei bagni dell’autogrill.
*
Il verde negli occhi
Sono dentro la terra dei vasi
come radice
come verme
sputo semi sull’erba
sono notturna
forza generatrice
sotto la lente della scienza
svelo meccaniche
sono l’iceberg e la calura
ho il verde negli occhi
arte occulta della natura
dente cariato mare grosso tornado
uccido il pesce nell’acquario
azzanno alla gola
i frutti tardivi
faccio impazzire le cellule
creo
il bambino.
*
Aspettando un limone
Tu porti sandali di cuoio
senza grosse fibbie e swarovski
hai vestiti di lino
bambole di pezza
tazzine della nonna
cuoricini ossidati.
Io ti osservo e prego
ma non prego preghiere
non so più chi ti ha regalato il cigno di carta verde
ma so che ora ti tufferai nell’acqua.
Io sono un merlo tutto nero
ma ho il becco arancio e l’occhio che brilla,
spione in cima alla siepe
ascolto la notte
e guardo il cielo
da cui cadrà
il tuo limone.
Alessia Bettin è nata a Padova nel 1982. Ha vinto il premio Esordi 2020 Pordenonelegge, il premio di poesia Coop for Words 2018 e il premio speciale del presidente di giuria Bologna in Lettere 2019 per la poesia inedita. Ha pubblicato la raccolta di poesie Ci aspettano estati tropicali, presente nell’ebook ESORDI I 2020 (Pordenonelegge, 2020). È laureata in Lettere e in Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale. Nel 2019 ha frequentato la scuola di scrittura Bottega Finzioni.
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