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Immagine del redattoreSara Vergari

Nota di lettura a "Ci aspettano estati tropicali" di Alessia Bettin

Il tempo della poesia di Alessia Bettin sta nell’attesa di un futuro che si fa già incombente, i cui segni sono ormai profondamente radicati nel presente. Il tempo di questa poesia sta nella precisa scelta lessicale che alterna la messa a fuoco sul disastro ipercontemporaneo (la questione ambientale, l’eccessiva urbanizzazione, gli spettri di una disumanizzazione) a germogli verdi che fioriscono da reminiscenze nostalgiche dell’infanzia. Ed è proprio questo a conferire alla poesia di Bettin una voce forte che assume una posizione netta rispetto alla nostra responsabilità nel mondo. Ci aspettano estati tropicali, il titolo della raccolta, rimanda infatti a una condizione naturale piuttosto inospitale, fatta di calura e temporali, da cui sarà meglio ripararsi e aspettare, e allo stesso tempo non nasconde il fallimento del nostro presente. Le immagini poetiche sono spesso proiettate nel futuro (si insiste proprio sull’uso dei verbi al futuro e su espressioni che iniziano con “ci aspettano”, “aspettando”), e tuttavia sono estremamente concrete e definite, chiare e asciutte nel mostrare una precisa condizione: «guarderemo l’alba in webcam / a trentasei anni / nevicare live / sulle Dolomiti», «cinguettare di uccelli in loop / nei bagni dell’autogrill», e ancora «Ti dirò che ho sognato / container di sneaker affondare nell’oceano». C’è poi un altro sguardo, altrettanto onesto e lucido, che si rivolge all’intimità del nostro far parte di questa natura sconvolta da scirocchi e perturbazioni – la nostra natura non è poi così diversa da quella che abbiamo sotto gli occhi e che oggi vediamo soccombere sotto il cemento, sembra voler dire. In particolare, nelle poesie Il verde negli occhi e Una pianta sfacciata, si insiste sull’associazione uomo-natura nella comune resistenza, nella fragilità che pur ci rende vivi, nella stessa forza-distruttrice-generatrice: «Sono dentro la terra dei vasi / come radice / come verme / sputo semi sull’erba / sono notturna / forza generatrice», «Il fico è come te / è una pianta sfacciata / cresce sugli strapiombi dietro le grondaie / dove nessuno pianterebbe mai un seme». Tra questo precipitare verso la degradazione si fa spazio la voce del ricordo di infanzia, «bambole di pezza / tazze della nonna / cuoricini ossidati», come possibilità di riscatto. È una voce flebile, una filastrocca dal finale amaro come il “profumo della torta inzuppata di veleno”, una promessa che sa di inganno.



Ci aspettano estati tropicali


conferenze e circonferenze

amanti armati


ma a maggio accenderemo fuochi

nei bidoni per scaldare le vigne



guarderemo l’alba in webcam

a trentasei anni


nevicare live

sulle Dolomiti


ancora svegli

alle quattro di notte

per il reflusso e la paura dei ladri


di tanto in tanto

ci capiterà di sognare

passioni furiose

un’ampia disponibilità economica

la fine della coppia


cinguettare di uccelli in loop

nei bagni dell’autogrill.


*

Il verde negli occhi


Sono dentro la terra dei vasi

come radice

come verme

sputo semi sull’erba

sono notturna

forza generatrice


sotto la lente della scienza

svelo meccaniche

sono l’iceberg e la calura


ho il verde negli occhi

arte occulta della natura


dente cariato mare grosso tornado

uccido il pesce nell’acquario


azzanno alla gola

i frutti tardivi


faccio impazzire le cellule


creo

il bambino.


*

Aspettando un limone


Tu porti sandali di cuoio

senza grosse fibbie e swarovski

hai vestiti di lino

bambole di pezza

tazzine della nonna

cuoricini ossidati.


Io ti osservo e prego

ma non prego preghiere

non so più chi ti ha regalato il cigno di carta verde

ma so che ora ti tufferai nell’acqua.


Io sono un merlo tutto nero

ma ho il becco arancio e l’occhio che brilla,

spione in cima alla siepe

ascolto la notte

e guardo il cielo

da cui cadrà

il tuo limone.


Alessia Bettin è nata a Padova nel 1982. Ha vinto il premio Esordi 2020 Pordenonelegge, il premio di poesia Coop for Words 2018 e il premio speciale del presidente di giuria Bologna in Lettere 2019 per la poesia inedita. Ha pubblicato la raccolta di poesie Ci aspettano estati tropicali, presente nell’ebook ESORDI I 2020 (Pordenonelegge, 2020). È laureata in Lettere e in Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale. Nel 2019 ha frequentato la scuola di scrittura Bottega Finzioni.

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