Nota di lettura a "Babajaga" di Gaia Giovagnoli
Babajaga rientra nel nido
e trova una calca di vuoti:
ogni ombra è una chiazza
di pianto
[…]
Gaia Giovagnoli è l’autrice di un’opera enigmatica dal titolo Babajaga pubblicata per Industria & Letteratura nel 2023. Giovagnoli ci introduce al testo con una presentazione di Babajaga, personaggio della mitologia slava, protagonista di fiabe russe, polacche e bielorusse. Nella fiaba di Giovagnoli è una strega che vive in una casa retta su due zampe di gallina; il suo spirito è pieno di rabbia, degenere ma non del tutto snaturato; ella vive circondata da oggetti magici (pettine, sedia, cassetto, fazzoletto) che non le sono sempre fedeli, soprattutto dopo la fuga di un uomo che ha sostato nel suo rifugio: «Ogni giorno sparisce», «Lui correva ancora; lei dietro, senza fiato».
Babajaga è compagna disperata nella ricerca dell’uomo: «Rientra. Ritorna. Resta. La casa non sa vivere / i vestiti sono stretti, il tetto crolla»; Babajaga è madre mostruosa che «stringe il bimbo di un’altra / che le bagna la gola di pianto».
L’opera è una storia di assenze e inseguimenti: l’aborto, l’abbandono. La strega benché orribile, vive condizioni che l’accomunano all’umano, ha le sfaccettature di una donna ferita dalla vita. Contemporaneità e mito si intrecciano in lei che attraversa alcune delle fasi del dolore: il rifiuto, la rabbia e forse in fine una speranza debole, nel ritrovare tra gli oggetti della casa i ricordi di quanto ha perduto: «Dicono […] che i morti si incastrano / nei nodi di lana».
Nella lettura ritmica delle poesie di Giovagnoli si avverte una musicalità incantatrice, un movimento alternato tra i versi che ricordano tradizionali filastrocche e preghiere.
La fiaba narrata da Giovagnoli ha tutto l’aspetto di un libro consacrato e offerto a una donna speciale che ha incrociato il cammino dell’autrice, ne è rivelazione la lettera a chiusura dell’opera: «Avevi deciso di continuare ad abitare in quella casa nonostante tutto. Sia quando il tuo lui morì, sia quando lo facesti tu.»
Così rimane saldo nella memoria di chi rimane: «La casa si affolla / di chi adesso manca.».
L ’ALBERO
Molti dicono che la betulla
ha una chioma di dita:
un folto di ossa
che oscilla;
che fa groppi di funghi
dentro i piedi
e ha la pancia gonfia
A testa arresa non chiama
la sua madre mostruosa
che cammina nel verde
e le tocca la gamba:
Babajaga torna da sola
sul sangue che le assomiglia.
LA FUGA
“Fuggito!”, dicevano i cani.
“Fuggito!”, la betulla di dita.
Si sentiva pestare la via, lo scempio di chioc-
ciole rotte. L’uomo dei tocchi era uscito.
Lo cercarono in molti; non sapevano dove. La
strega disse quel posto. Ricalcò col pensiero o-
gni passo, nel bosco, ogni roccia, ogni macchia
di fango. Quel loro punto.
Lo trovarono altri. Le dissero cose. Il come.
Molti “mi spiace”. I verbi al passato.
Ma per la strega era un tempo sbagliato.
Lui correva ancora; lei dietro, senza fiato. Sen-
tiva i suoi passi, sempre avanti, sempre un po’
più distanti.
L’ESORCISMO – DELLA SEDIA,
L’ATTACCAPANNI E IL CASSETTO
Ormai vive da sola.
Le dicono: “Meglio”.
Le dicono: “Passa”, “Butta tutto di lui”,
“Nascondi”, “Rifatti una vita”.
Ma da dopo la fuga gli oggetti hanno occhi pe-
santi e un respiro. Ricorda.
L’uomo da allora li abita: il suo spettro è nelle
cose, vive in quelle bucce, le fa scosse e inquie-
te.
La strega lo trova ogni volta.
Comanda ed esorcizza.
Con le parole le svuota dell’uomo, le cose - le
disossa.
*
Comanda:
Tu diavolo di pane
sul tavolo
diavolo caldo
di mollica scartata
diavolo di tocchi
sulla schiena
diavolo reciso
che resta
diavolo in risacca
nelle cose
diavolo preso
negli specchi
diavolo di spalle
esci dalle cose
della strega
esci dalla donna
e dalla casa
Gaia Giovagnoli (Rimini, 1992) è laureata in Lettere moderne e in Antropologia culturale all'Università di Bologna. Ha scritto alcuni libri di poesia, tra cui Teratophobia ('Round Midnight, 2018) e Babajaga (Industria & Letteratura, 2023). Nel 2022 nottetempo ha pubblicato il suo primo romanzo, Cos'hai nel sangue (vincitore del Premio Arfelli), e nel 2023 Chiedi se vive o se muore.
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