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Immagine del redattoreGiuseppe Cavaleri

"Le Contaminazioni di Alma": poesia e storia

Poesia e storia: su Eredità ed Estinzione di Giovanna Frene e Quanto di storia di Alida Airaghi


Tra le raccolte che questa seconda edizione del Premio Strega ha portato all’attenzione due, tra le trame sottili e associative che la poesia permette, sono accomunate dal tema multiforme e articolato per definizione: la Storia e i protagonisti che la fanno/la subiscono.

Sia Eredità ed Estinzione di Giovanna Frene (Donzelli, 2024) che Quanto di storia di Alida Airaghi (Marco Saya, 2023) mettono al centro delle loro raccolte il dialogo di fatti e vicende macro-storiche con le conseguenze e vicissitudini che ogni evento comporta sui protagonisti che le vivono in prima persona.

Così se le opere presentano delle convergenze sulla lucidità, sul tono rigoroso con cui vengono ripercorsi gli eventi e i fatti, ci sono anche delle divergenze significative sull’arco temporale e di conseguenza sul coinvolgimento personale, privato delle stesse.

La storia nella raccolta di Frene scorre con un’impetuosità carsica, con un verso metricamente strabordante e un arco temporale che esplora le “estinzioni” a partire dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, passando per l’epoca Bizantina fino a toccare gli sfaceli delle guerre mondiali. Grandi eventi storici raccontati però da prospettive minori (le lettere dei soldati della prima guerra mondiale) o parallele, come le larve di Duprat calate in un fantomatico museo di arti applicate di Dresda, che assiste al bombardamento alleato della città durante la Seconda guerra mondiale.

Angolature, quelle del libro, che rimandano a un termine che ricorre spesso tra i versi e che appartiene al linguaggio tecnico: diplopia, ovvero l’incapacità ottica di mettere a fuoco, per cui un'immagine risulta duplicata, sfocata e sicuramente imperfetta.

A testimonianza di questa prismaticità di prospettive interpretative della Storia che traspare dalla raccolta, l’explicit (riportato di seguito a quest’articolo) dedicato alla madre, sintetizza in pochi puntuali versi la saldatura tra privato e collettivo, tra storia e biologia, tra rielaborazione poetica e reazione chimica, tra eredità ed estinzione.


Nell’oscillazione tra privato e pubblico, tra politico e personale si muove anche la raccolta di Airaghi. Dalla strade di piazza Fontana fino al contemporaneo 7 ottobre 2023, l’autrice passa in rassegna i fatti più significativi della storia italiana e mondiale dagli Anni di Piombo in poi. La strage dell’Italicus, il sequestro Moro, Bologna fino ad arrivare alla diffusione di Facebook e alle dimissioni di Benedetto XVI negli anni più recenti. Il tutto affidandosi a una versificazione breve, piena di coppie aggettivali, senza disdegnare la rima e una narrazione in medias res con la prevalenza del presente come tempo verbale.

Filo conduttore è il quanto di storia transitato addosso / a me che sono un privato, verso di Giudici ripreso in epigrafe al volume, e che ben documenta l’esigenza di fare i conti con le vicende storiche che corrono accanto, con la consapevolezza che sappiamo di essere / storia / snervata spremuta.


Entrambi i libri esplorano quindi la presa di coscienza della storicità dell’individuo, immerso e plasmato da una congerie fattuale e dialettica che lo determina e lo stringe all’interno di un recinto contenutistico e formale preciso. Libri, pertanto, ascrivibili al filone della poesia civile, disancorandola però da retaggi e troppo vincolanti pantani ideologici.



 

  

Da Eredità ed estinzione (Donzelli editore, 2023)


Explicit

Eredità ed estinzione


A mia madre


improvvisamente il viso cambiò colore

come si cambia bandiera

 

tra le cellule morte invasero il territorio

delle cellule vive e lo conquistarono

 

piantando il vessillo della vittoria

sul saliente della vista

 

 

Marco Aurelio a sé stesso

 

il principio su cui si fonda tutto, la persuasione del reale

sacco di carne inerme, la fortuna di non sfuggire all’ordine

percepito naturalmente, questo compiere esattamente e sempre

non ciò che si vuole, ma quello che mai sarà un bene

perpetuo o comunque non contingente, aggiunto all’evidenza che ogni fatto

è sopravanzato dalla sua stessa necessaria essenza, anche il più imberbe:

a qualsiasi natura tu appartenga non dare contraddizione

alla caduta



 

Da Quanto di storia (Marco Saya edizioni, 2023)

 

Sappiamo di essere

storia

snervata spremuta

ricordi ingombranti

per chi non ascolta

non più raccontanti

avvincenti

e privi in futuro

di scopo

vantiamo la nostra

matura bellezza

saggezza noiosa

davanti allo specchio

turbato impietrito

se esamina un viso

più vecchio di ieri

non fa complimenti

sui giorni restanti

severi in attesa

di cosa di cosa

nessuna sorpresa






 

 


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