Intervista ad Alessandro Canzian (Samuele Editore)
Per il terzo appuntamento con "Le Case di Alma" c'è Alessandro Canzian, ovvero Samuele Editore, intervistato da Alessia Bronico.
Samuele Editore nasce nel 2008 a Pordenone e raccoglie un’eredità storica, le va di raccontarci di questa nascita, del logo, e del nome della sua casa editrice?
La Samuele Editore nasce principalmente da uno studio personale sulla Poesia di Pordenone, poi declinato nella collana di fondazione, “I Poeti di Pordenone, Poesia del Novecento” a cura di (Ludovica Cantarutti). E dalla mia piccola esperienza come autore, quindi come osservatore della realtà editoriale del tempo, e dei suoi difetti e mancanze.
La contingenza ha poi voluto la nascita di mio figlio, appunto Samuele, e la spinta fortissima alla realizzazione di un progetto culturale che servisse da contesto alla sua crescita.
Il logo è stata un'idea di Ludovica, allora collaboratrice e persona a cui devo molto, e ci è servito fin da subito come monito e indirizzo teso alla qualità e al rigore. Un logo storico, di una tipografia-editrice in Alvisopoli che aveva fatto storia con alcune prestigiose pubblicazioni. Fondata nel 1810 da Nicolò Bettoni, nella sua storia pubblicò diverse opere importanti come Le Api panacridi di Alvisopoli (1811, scritta per il figlio di Napoleone Bonaparte) di Vincenzo Monti (poeta, scrittore, drammaturgo, traduttore tra i massimi esponenti del Neo Classicismo italiano). La Tipografia, che aveva per logo un’ape cerchiata da un tondo con il motto Utile Dulci, lavorò fino al 1852, anno della sua chiusura.
Quali sono le motivazioni che l’hanno portata ad avventurarsi nel mondo della poesia e chi è un editore?
Un Editore, oggi (perché nei periodi la definizione è mutata molto), è principalmente un organizzatore culturale. Per essere Editori non basta più far libri, bisogna contestualizzarli, promuoverli con eventi che non si limitino più ai singoli autori pubblicati. Un Editore è un promotore di momenti culturali che portino al confronto, alla crescita. E il libro un prodotto da cui scaturisce l'evento, la discussione.
Io, come ho detto, sono stato attratto da questo mestiere dalla nascita di mio figlio, e dal desiderio di costruire attorno a lui un contesto fertile di idee. Certo, i poeti spesso sono vanitosi, egoriferiti, ancor più spesso ipocriti, ma ci sono anche moltissimi autori capaci di assumere lo spirito di una costruzione culturale che va ben oltre la singola persona, e coinvolge una società e un tempo.
Dopo 13 anni devo dire di essere ancora profondamente innamorato di questo mestiere, anche per questo motivo.
La sua casa editrice è stata una delle prime ad utilizzare il crowdfunding. Come le è venuta l’idea e quanto coraggio richiede dare spazio alla poesia?
Il Crowdfunding nasce molto tempo fa ma in Italia non è mai stato pienamente utilizzato. Come invece in altre parti del mondo. Questo anche perché c'è una poca serietà di fondo nella cultura italiana che vede un'occasione logorarsi da usi e abusi che ne invalidano il significato.
Prima della Samuele, e realtà a cui ci siamo ispirati, l'operazione di BookaBook (https://bookabook.it/) e di Argo – Poesia del nostro tempo (https://www.produzionidalbasso.com/project/argo-annuario-2015-poesia-del-nostro-tempo/).
Il Crowdfunding al tempo voleva essere un metodo di vendita dei libri alternativo. Con la leva del “si pubblica se si arriva al goal” si voleva focalizzare tutto alla vendita, considerando che vendita significa diffusione del libro. All'inizio sembrava un'operazione che poteva funzionare, aveva ottime potenzialità. Poi dopo due anni si è esaurita (vedo anche altri colleghi avere abbandonato, si pensi a Interno Poesia e Transeuropa).
Per capire il motivo del fallimento di questa operazione di diffusione della poesia si prendano ad esempio due articoli: Il crowdfunding, l’altra faccia dell’editoria a pagamento.
Usato largamente per progetti anche al di fuori dell’editoria, come ad esempio e per restare in ambito culturale la promozione di uno spettacolo teatrale o il finanziamento di un’idea innovativa da realizzare, il crowdfunding è uno sforzo collettivo di ricerca di fondi per sostenere un progetto di una persona o di un’azienda. Applicato al mercato dell’editoria, fare crowdfunding significa finanziare la pubblicazione del proprio libro attraverso un investimento “a scatola chiusa” da parte di potenziali seguaci di un lavoro letterario, di solito un romanzo.
Il crowdfunding può essere considerato editoria a pagamento?
Il meccanismo su cui si fonda è la fiducia. Un investimento che gli amici e seguaci fanno sul tuo lavoro, anche se non lo conoscono ancora.
Fonte: https://www.elenaferro.it/crowdfunding-editoria/
Anche il crowdfunding ha i suoi trend e la raccolta di investimenti per iniziative editoriali sta diventando il nuovo 'must' sulle piattaforme. Un vero e proprio boom a livello internazionale quello del crowdfunding editoriale che, nei primi sei mesi del 2020, è schizzato a 183 milioni di dollari raccolti su Kickstarter, un balzo se si pensa che in tutto il 2015 si contavano appena 70 milioni di dollari raccolti a livello internazionale. Ed il fenomeno che permette il coinvolgimento di una comunità di lettori nella pubblicazione di opere inedite sta catturando anche l'Italia.
"Con il crowdfunding editoriale gli autori emergenti entrano nel circuito dove ci sono anche i grandi editori" spiega all'Adnkronos Tomaso Greco, founder insieme a Emanuela Furiosi di bookabook, la casa editrice nata nel 2014 e che ha fatto del crowdfunding un vero e proprio tratto distintivo.
Fonte: https://www.adnkronos.com/crowdfunding-e-boom-delleditoria-in-6-mesi-raccolti-183-mln-dollari_3lSINEU70QNGCYsTnfk1em?refresh_ce
Il primo estratto è del 2019, il secondo del 2020.
Come sempre i toni sono o agguerriti verso la natura commerciale di una Casa Editrice o entusiasti verso una dinamica che in Italia è già fallita.
Fino ad arrivare alla frase, inerente il primo articolo:
Forse, perché se non riuscite a pre-vendere le vostre copie, cartacee o in formato file che siano, e la somma necessaria pattuita non viene raggiunta, il libro non vedrà la luce.
Doloroso, non è vero?
Dura lex sed lex
Dura lex sed lex, esattamente. Ma non del Crowdfunding. Anche Mondadori ed Einaudi, se non vendono un autore, lo cestinano. Un libro non ha senso di esistere se non vende, e questo perché vendita significa diffusione. Nell'ambito della narrativa. In poesia il discorso è altro. Un libro di poesia viene considerato quasi come un oggetto da non commercializzare, da regalare, senza considerare che il libro è anche figlio di un conto economico. Su questa contraddizione, tutta Italiana, io ed alcuni amici abbiamo costruito non tanto la Samuele Editore, ma il desiderio e la passione per le nuove idee, i nuovi progetti, capaci di soddisfare le esigenze economiche di un'attività (tipografo, commercialista, Inps, tasse, e un po' di vita) e la necessità di diffondere libri che sì vogliono essere letti e recepiti dal pubblico, ma il 90% delle volte gratuitamente. Non so se questo possa dirsi coraggio. Molta ostinazione. A tratti fede.
Samuele Editore e la comunicazione, la sua gestione: quanto e in che modo la promozione ricade sull’autore oggi mentre in passato, in assenza di supporti digitali, era demandata interamente alla casa editrice?
Anche in passato, e faccio riferimento alla mia piccola esperienza di autore pre-casa editrice, ci si doveva un po' arrangiare. Oggi le cose sono molto cambiate. Con i Social un Editore può permettersi di promuovere a costo quasi zero (in realtà, tra gestione del tempo, dei contatti e Adv, non lo è mai) i libri. La comunicazione è diventata più facile ma al contempo più pericolosa. In una realtà dove tutti hanno la medesima voce la credibilità è l'elemento che differenzia realtà da realtà. Credibilità che è fatta di obiettivi, non di lusinghe o scambi (come spesso vedo fare).
Oggi l'autore non è più solo nella comunicazione, e anzi se la medesima viene gestita direttamente dall'Editore in concerto e collaborazione con l'autore, il tutto funziona molto di più.
Samuele Editore e la rete, con tutti gli aspetti ad essa connessi: blog, social media, riviste digitali, per citarne alcuni: sarebbe interessante conoscere l’impatto sui testi, ma anche sulle vendite e sulla diffusione del libro. Quali i vantaggi e quali gli svantaggi? A livello di vendite si è persa totalmente la relazione tra vendite e comunicazione. E anche questo è un difetto tutto italiano. Le cose cambiano, la percezione della gente no.
Oggi anche avendo un articolo a mezza pagina ne La Lettura o ne Il Corriere della Sera le vendite aumentano di pochissimo. La percezione (falsa) che la rete ha dato è che tutto si può ottenere gratuitamente sul web.
Fino ad arrivare al classico cretino figlio di madre sempre incinta dei cretini che afferma (cosa realmente accadutami): “non ho bisogno di comprare libri, trovo tutto già online”. Questo è un eccesso, non così raro, ma è comunque sintomatico. Oggi tutto si può promuovere in rete e si può diffondere buona poesia senza per questo che le vendite, l'ossigeno di un'impresa editoriale, ne guadagni alcunché. Anzi, non di rado la rete è un danno perché aggrega lettori (che non sono mai veri lettori, ma presunti autori) che fanno cerchio e muro su una tipologia di autori a loro simili, comprensibili o anche solo utili, aumentandone l'eco in maniera vertiginosa e dando la finta illusione che quello sia un momento culturale importante. Che poi si esaurisce nel giro di poco, e da questo la conferma di mediocrità. Perché se è vero che la promozione nei siti e quant'altro non porta vendite, l'attenzione sbagliata che distoglie dai veri autori che lavorano con serietà e studio procura un danno sulle già poche vendite.
Un danno alla poesia che deriva dal bisogno autoreferenziale del popolo dei Social (che una volta era il popolo dei poeti). Questo ha comportato anche un impatto sulla scrittura, abbastanza prevedibile e di certo inevitabile. Semplifico, banalizzo ma nemmeno tanto: “se scrivo in un certo modo avrò tanti like, mi metteranno in questo o in quell'altro blog e mi sentirò un poeta”. Il problema di tale dinamica è il medesimo della democrazia: quando è una folla, molto spesso non colta, a decidere, tutto si abbassa al suo livello, alla pancia. La soluzione sarebbe educare il lettore, cosa che guarda caso è bandiera e baluardo di buona parte della promozione Social. Ma se per educare devi incontrare il gusto del pubblico non stai educando, ma solo dando coca cola e hamburger.
Con questo non voglio demolire i blog, la rete, solo considerarne gli effetti negativi (importanti) per apprezzarne di più gli aspetti positivi.
Oggi grazie alla rete e alla velocità con cui puoi contattare e mostrare il tuo lavoro, la tua reputazione e i tuoi successi, puoi organizzare eventi importanti (ad agosto abbiamo organizzato una tavola rotonda con De Angelis, Magrelli, Villalta, Sorrentino), puoi mettere in contatto autori e poeti (sul nostro lit-blog, Laboratori Poesia, www.laboratoripoesia.it, abbiamo una rubrica dove hanno già risposto a domande di lettori Antonella Anedda, Maurizio Cucchi, Franco Buffoni, Gabriella Musetti, Mariangela Gualtieri, Luigia Sorrentino, Gian Mario Villalta, Cristina Annino, Lucianna Argentino, Umberto Piersanti, Paolo Febbraro, Annalisa Ciampalini, Maria Grazia Calandrone, Rosaria Rosi Lo Russo). Oggi grazie alla rete puoi creare e gestire redazioni (all'interno della Samuele Editore al momento ne abbiamo tre: una per la Casa Editrice, una per Laboratori Poesia, una per il ciclo di eventi triestino Una Scontrosa Grazia).
Grazie alla rete, e all'appiattimento che non di rado comporta, puoi creare momenti ancor più luminosi proprio in virtù della penombra data dal brusio di fondo. Certo, il tempo e le nuove abitudini hanno portato a un'obsolescenza estremamente repentina dei libri e dei momenti culturali, ma questa è un'altra grande sfida che un Editore si trova ad affrontare.
Far durare i libri, la poesia ricercata e solida, mantenere alta l'asticella della qualità (nonostante qualche inevitabile scivolone, ma fa parte del gioco), il tutto anche all’interno e nonostante la rete.
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