Intervista a Vivian Lamarque
Questa è l'intervista che Sara Vergari ha fatto a Vivian Lamarque; il dialogo si chiude con un testo che Lamarque regala ad Alma e a tutti i suoi lettori, a partire dal quale Francesco Destro ha realizzato una suggestiva videopoesia.
Vivian Lamarque, di origini valdesi, nasce a Tesero in provincia di Trento, ma viene presto data in adozione a una famiglia milanese, città dove vive tutt’ora. È una delle poetesse viventi più riconosciute e nel 2023 ha vinto la prima edizione del Premio Strega poesia con L’amore da vecchia (Mondadori, 2022). Non ha certo bisogno di presentazione, è anzi un onore poter dialogare con lei sulla ricerca di una voce e sulla parola poetica.
Fin dalla prima raccolta Teresino (Guanda, 1981), che ha vinto il Premio Viareggio Opera Prima, emerge quel nucleo tematico che continuerà in tutta la sua produzione, la persistenza dell’infanzia nella vita adulta come archetipo autobiografico che non smette di agire. La voce e la lingua poetica si piegano e plasmano al servizio di tale agente, creando un esito unico e immediatamente riconoscibile. Com’è nata questa voce così squisitamente infantile sia da un punto di vista stilistico che tematico?
Paragono la voce poetica a quella di un cantante lirico. Con una voce si nasce. Potevo nascere soprano o mezzosoprano o contralto, ma non potevo “ricercatamente” scegliermi io quale.
È innegabile che io abbia ancora una quota di infanzia addosso. (Una volta è stato un bambino di 6 o 7 anni a dire a me, che ne avevo 50, che ero un po’ infantile!). È ANCHE con lei che vivo e scrivo. E a quasi 80 anni me ne rallegro. Quando ho delle tristezze, lei mi aiuta molto, è come avere per badante una bambina, subito pronta a soccorrermi con le sue energie. E gratis per di più!
Che importanza ha invece il rapporto con la fiaba e la scrittura di prosa per bambini?
Iniziai a scrivere poesie a 10 anni, in giorni molto difficili e una quindicina d’anni dopo, sempre in giorni difficili, iniziai a scrivere fiabe.
I primi titoli dicono molto: La bambina che mangiava i lupi (che volessi darmi forza?) La bambina senza nome, La bambina di ghiaccio, il Libro delle ninne-nanne (Garcia Lorca scrisse che le ninne-nanne cullano i bambini ma anche le mamme). Poi ne scrissi molte altre, non ricordo mai se 40 o 50! L’ultima uscita parla di una bambina che viveva su un albero... di nave e dei bambini sui barconi del Mediterraneo.
E la psicanalisi, sia come disciplina che come esperienza autobiografica, in che termini influenza la scrittura poetica?
Molti artisti evitano l’analisi, temono che nuoccia alla creatività.
Non mi posi il problema quando la iniziai, a 38 anni, stavo molto male, desideravo solo stare meglio. E così fu, e mi rammaricai di non averla iniziata prima. Inoltre, in breve tempo da quei dialoghi con il Dott. B.M. nacquero tre libri: Il signore d’oro, Il signore degli spaventati e Poesie dando del lei. Nel 2025, per i 150 anni dalla nascita di Jung, formeranno un unico libro, con anche alcuni inediti.
In L’amore da vecchia si leva una voce anche eco-critica e, più in generale, i suoi testi comunicano nella loro genuinità una diretta responsabilità dell’uomo nelle violenze commesse oggi. Che ruolo può avere la parola poetica sul presente, nel responsabilizzare e svegliare le coscienze critiche? Mi vengono in mente due suoi versi bellissimi: «tenere sempre appuntita / la rima vita-matita».
Sì, resta una sezione autobiografica, ma certo l’orizzonte nelle ultime raccolte si è ampliato, non per nulla sono al mondo da quasi 80 anni, ci mancherebbe altro! Più sopra le ho parlato della bambina che ancora mi parla, ma tengo molto anche alla mia vecchierellità, se così non fosse ci sarebbe da preoccuparsi, le pare?
Infine mi piacerebbe che lasciasse ai lettori una sua poesia a scelta
Per i lettori questa poesia intitolata LA CICATRICE. Perché tutti ne hanno una, anzi ne hanno diverse, ma una è forse la più cicatrice di tutte ed è a quella che invio i miei auguri:
LA CICATRICE
Che anche lei
la cicatrice
persino lei
la cicatrice
possa
un giorno
diventare
felice?
quasi
felice?
(da L’amore da vecchia, Mondadori 2023)
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