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Immagine del redattoreAlessandra Corbetta

Intervista a Cristina Daglio e Mauro Ferrari (Puntoacapo Editrice)

Per il secondo appuntamento con "Le Case di Alma" ci sono Cristina Daglio e Mauro Ferrari, ovvero Puntoacapo Editrice, intervistati da Alessandra Corbetta.


Puntoacapo Editrice nasce nel maggio 2008 dalla vostra sinergia umana, culturale e letteraria; tutti elementi che hanno reso la vostra realtà editoriale solida e poliedrica: vi va di raccontarci di questa nascita, del logo, del nome e del vostro corposo catalogo?


Siamo nati per dare corpo a un’idea di editoria (specie di poesia, almeno alle origini) che premiasse la qualità in un settore sempre più massacrato ed emarginato dalla grossa editoria.

L’idea iniziale ci ha portati al nostro nome e al logo, che racchiude un segno grafico della punteggiatura, ma anche il senso di chiudere un periodo, una fase, per aprire al nuovo. Il logo non doveva essere troppo complesso, ma dare quel senso di nitidezza, trasparenza e volontà del fare; è un logo molto semplice, graficamente di impatto e molto pulito nelle linee. La scelta dei colori poi l’abbiamo legata al gusto personale: io sono molto affezionata ai toni caldi del rosso-bordeaux e Mauro invece al segno grafico in nero o grigio scuro.

Le scelte grafiche, poi, si sono trasferite alle copertine delle diverse collane, ciascuna con caratteristiche e colori definiti, nonché carte attentamente scelte. È importante ricordare che un libro è soprattutto un oggetto e come tale deve avere una piacevolezza e una bellezza al tatto, all’odorato, alla lettura.

Una volta impostato tutto questo, siamo passati alla costruzione del catalogo per i primi due anni, partendo da zero, per certi versi, ma godendo di un notevole credito per il lavoro portato avanti nel passato. Di fatto, buona parte dei collaboratori ci hanno seguito immediatamente con entusiasmo, e questo ci ha dato la primissima conferma.

Due anni, perché chi ci segue sa che la programmazione per noi è fondamentale per garantire un lavoro fluido e il rispetto delle scadenze. Anche durante la pandemia abbiamo rispettato la nostra calendarizzazione e il ritmo delle uscite, anzi rafforzando ogni aspetto del nostro lavoro e, per esempio, avviando per primi in assoluto un ciclo strutturato di eventi online, quel VoltiDiLibri che prosegue tutt’ora al ritmo di due incontri settimanali e che ci ha permesso di costruire man mano un amplissimo pubblico nazionale di grande qualità. Queste scelte ci hanno dato ragione in termini di risultati, sia come qualità delle proposte in arrivo che come riscontri di critica, come provano i grandi risultati ai Premi letterari.

Il Catalogo in tredici anni è arrivato a quasi 600 titoli, suddivisi in molte collane e generi diversificati: dalla poesia alla narrativa, dalla saggistica alla prosa breve e aforistica, dal teatro alla letteratura per l’infanzia. Abbiamo iniziato dalla poesia, dichiarando che volevamo costruire una Casa editrice di approdo per autori consapevoli e motivati, essendo ben consci della crisi editoriale che coinvolgeva il genere – disimpegno delle grandi sigle e frammentazioni del panorama. Grazie a una politica molto attenta alla qualità dei collaboratori e degli eventi organizzati, abbiamo coinvolto fin da subito autori validissimi, costruendo un Catalogo che, a oggi, è il più premiato e si sta avvicinando ai cento primi Premi vinti, tra cui tutti o quasi i più importanti. È quindi un Catalogo che, per la poesia e non solo, garantisce agli autori inclusi una grande autorevolezza, che oggi è la parola chiave, considerando che pubblicare in qualche modo non è mai stato così facile.


Quali sono le motivazioni che vi hanno portati ad avventurarvi nel mondo della poesia e chi è oggi un editore?


Venivamo entrambi da esperienze diverse nel mondo dell’editoria o della promozione di eventi legati ai libri, era terreno comune e fertile perché un progetto potesse partire su basi solide. L’editore oggi è chi sceglie di credere in un autore capendone l’unicità e l’identità. Nel mondo attuale, in cui chiunque può pubblicare online, in selfpublishing, l’editore deve compiere scelte competenti e autorevoli, al limite senza basarsi su supposti valori consolidati ma dando credito a quelle che secondo lui sono le cose che meritano di essere lette. E che vengono collocate in un Catalogo che è la vera forza dell’editore ma anche dell’autore, il suo riconoscimento più importante, perché se il lavoro dell’editore è serio e competente, la sua autorevolezza si riflette sui libri pubblicati.


Quali sono gli elementi che contraddistinguono il vostro lavoro? In cosa si concretizza la vostra differenziazione rispetto ad altre realtà che si occupano di poesia?


Come detto, abbiamo puntato da subito su una selezione operata con autorevolezza da una squadra di collaboratori di provata serietà, esperienza e, soprattutto, motivazione. Senza compromessi. Poi, assodato che sia importantissima la cura del rapporto con l’autore, il libro va seguito in ogni fase, fino alla scelta delle curatele, delle pre e postfazioni. In ultimo, il libro va seguito anche dopo la stampa, pur considerando le difficoltà specifiche di alcuni dei generi che trattiamo: si cerca, sempre in accordo con l’autore, di trovare spazi di promozione (prima dal vivo, ora in salotti virtuali) per poter far conoscere l’autore e il lavoro che sta dietro all’oggetto-libro. Ci siamo da sempre impegnati a promuovere i volumi e gli autori con tantissime presentazioni e partecipazioni a eventi (ben oltre centoventi all’anno quelli da noi curati direttamente), ideando spazi di incontro e siglando collaborazioni importanti con moltissime realtà.

Negli anni passati abbiamo sempre organizzato anche degli incontri stanziali di più giornate, nelle quali ci si confrontava e si creavano nuovi progetti insieme: autori, noi, collaboratori, invitati esterni per convegni ecc. I nostri puntoacapo Days, come ci chiedono in tanti, riprenderanno non appena possibile.

Tutto questo ci ha portati a costruire intorno a noi una vera e propria comunità di autori che collaborano tra loro, si seguono, sostengono il lavoro altrui e soprattutto creano occasioni di condivisione. VoltiDiLibri ne è una dimostrazione evidente.


Puntoacapo Editrice e la comunicazione, la sua gestione: quanto e in che modo la promozione ricade sull’autore oggi mentre in passato, in assenza di supporti digitali, era demandata interamente alla casa editrice?


In realtà la nostra volontà ci ha portato a una sinergia tra noi e gli autori: si lavora con proposte che partono da entrambi, facendo sì che l’autore sia presente insieme alla Casa Editrice o a suoi collaboratori. Ovviamente la distanza è un problema concreto, ma abbiamo la fortuna di avere costruito nel tempo una rete di collaboratori che spesso ci aiutano quando ci sono eventi nelle loro zone o creandone ad hoc con noi.


Puntoacapo Editrice e la rete, con tutti gli aspetti ad essa connessi: blog, social media, riviste digitali, per citarne alcuni: sarebbe interessante conoscere l’impatto sui testi, ma anche sulle vendite e sulla diffusione del libro. Quali i vantaggi e quali gli svantaggi?


I social sono ovviamente croce e delizia di ogni operatore editoriale: se da una parte svolgono una importante funzione come amplificatore, dall’altra rischiano di saturare alcuni messaggi. Se sono un autore e posto ogni giorno una mia poesia che chance ho di vendere una raccolta che le contiene? Sono tutte lì, fruibili gratuitamente. Ma se sono un autore che deve promuovere la sua nuova raccolta il pubblicarne alcune diventa un valore aggiunto, perché mostro una parte del tutto. E creo interazioni e possibilità per poterne parlare. Se consideriamo la Rete come le interconnessioni tra persone allora è una grandissima risorsa, se invece la consideriamo un contenitore di mere informazioni allora è un qualcosa che ci può sopraffare, in cui non è nemmeno possibile comprendere cosa vale e cosa no.

L’utilizzo della rete per promuovere il libro o la propria scrittura ormai è consolidato e necessario; si arriva a numeri che realisticamente non sono raggiungibili nella vita reale, ci si può confrontare con vissuti e realtà distanti e questa è tutta ricchezza e abbattimento dei pregiudizi e dei limiti.

Credo poi che occorra fare un distinguo riguardo ai testi: un testo poetico nasce tale e quindi cambia solo supporto (carta o post o podcast), mentre il testo di caption ha un’altra funzione, che dovrebbe andare a integrare la poesia o l’opera. Quando ci esprimiamo sui social, molto spesso le due cose non vengono distinte chiaramente.

In più, le vendite si sono adeguate negli ultimi dieci anni a dover essere sempre più veloci.

Aggiungo un elemento su cui è bene far chiarezza: certe grandi piattaforme di vendita, checché se ne dica, non danno automaticamente la certezza dei riscontri. Questo vale soprattutto per la poesia, ma anche per gli altri genere più “commerciali” si tende a sopravvalutare (o gonfiare) i risultati.

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