"I Fumetti di Alma" (II Appuntamento)
Continuano le pubblicazioni del nuovo spazio di Alma Poesia "I Fumetti di Alma", dedicato alle interconnessioni tra poesia e fumetto attraverso approfondimenti teorici, interviste e creazioni di vignette ad hoc.
Da un'idea di Martina Toppi, il progetto è coordinato e seguito, oltre che dalla stessa Toppi, da Alessandra Corbetta e da Valentina Demuro, in collaborazione con Lo Spazio Bianco, che molto ringraziamo per la fiducia e la condivisione. A completare l'iniziativa, Roberta Pasculli, l'illustratrice che trasporrà in fumetto l'opera poetica di alcune autrici e autori contemporanei; questa stagione sarà dedicata alla poesia di Umberto Fiori.
Di seguito la prima delle tre parti del lavoro di Pasculli, introdotta da un commento di Corbetta.
Le pubblicazioni in poesia di Umberto Fiori partono da Case (San Marco dei Giustiniani, 1986) e arrivano fino al recentissimo Autoritratto automatico (Garzanti, 2023), con il quale l'autore è entrato anche nella cinquina del Premio Strega Poesia; una lettura complessiva della produzione del poeta di Sarzana permette di evidenziare un moto centripeto nel suo scrivere che, dall'esterno, giunge fino al dentro, restando però sempre ancorato a quello che si vede delle cose. Si parte, dunque, dalle facciate delle case, oggetto epidermico, ascrivibile massimamente al fuori, e si arriva alla faccia, primo ponte con quello che sta all’interno di noi, secondo quanto affermato, tra gli altri, anche da Stefano Ferrari. Una faccia, occorre specificare, che è proprio quella del poeta e che, in qualche modo, conclude il viaggio iniziato dagli oggetti, continuato nei luoghi, approdato agli altri e giunto fino all’io, a riprova di una poesia che non interrompe mai il suo flusso dialogico e che trova nell’altro-da-sé la molla insostituibile per ridensificare di significato l’esistenza.
I testi scelti, appartenenti a tre differenti raccolte (Esempi; Chiarimenti, Tutti), nella forma dell’alterco, della conversazione inaspettata e della tavolata conviviale, mostrano come, transitando dalla facciata alla faccia, non può esserci accrescimento della conoscenza di sé e del mondo senza il confronto con gli altri e senza quell’atteggiamento che, dimettendo tutte le bravure, ci fa abitare il tempo «con la furia di un bambino che gioca.».
ALTRA DISCUSSIONE
Quando due che discutono
sono arrivati al cuore della questione
e uno alza gli occhi al cielo, scuote le braccia,
l’altro si guarda intorno
a mani giunte, come cercando aiuto,
e gridano fatti e prove,
cambiano tono, si chiamano per nome
– ma non c’è niente, nessuno che possa più
dare ragione a nessuno –
proprio allora, lontani come sono,
rivedono il miracolo:
che sia una la stanza,
che sia lo stesso
il tavolo dove battono.
(da Esempi, 1992)
PER STRADA
Se all’angolo una signora
– o magari un vigile –
si volta
con la faccia scavata dalla luce
della bella giornata
e parla – proprio a me,
a me, qui – del rispetto che si è perso
o del caldo che fa,
io mi sento mancare, come un santo
quando lo sfiora l’eternità.
Sento le piante crescere, sento la terra
girare. Tutto mi sembra forte e chiaro, tutto
deve ancora succedere.
(da Chiarimenti, 1995)
VOLO
Certe sere d’estate, quando la tavola
è apparecchiata di fuori
e appena buio l’aria diventa elettrica,
sa di terra e di temporale,
capita di sentire sui capelli
e sulle orecchie
due, tre carezze leggere.
La tovaglia è già nera
di formiconi con le ali.
Stringe lo stomaco vederli
– ancora presi dalla smania
del loro volo – nuotare in un bicchiere,
spasimare sull’uva.
Così cadevo io
verso i trent’anni
dalle nuvole
in mezzo alla gente vera.
(da Tutti, 1998)
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