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Immagine del redattoreAlessandra Corbetta

Gli inediti di Pietro Pancamo

Gli inediti di Pietro Pancamo


Il contrario, il rovescio, la contraddizione e, infine, precedenti e intime convinzioni. Alle quali però, con piacere, ritorniamo con sguardo diverso.

Questi inediti di Pietro Pancamo sono poesie di breve respiro che si fanno taglio, dimensione, prospettiva inusuale che spiazza e trattiene, invitando ognuno di noi a soffermarsi e a immaginare le diverse scene con lo sguardo offerto dal poeta.

Come quell'avvicinarsi soltanto alle nubi e non al cielo, volando verso l'alto, o quella luce accesa che non rivela, ma nasconde dagli incubi: «Dormo in incognito / per non farmi riconoscere dagli incubi.»; «Sul comodino / il lume acceso mi nasconde.».

Non una completa astrazione, non una completa aderenza alle realtà.

Alternando un taglio più ironico a uno più apodittico, Pancamo è fautore o portavoce di rivelazioni e confidenze: «La terra promessa, / l’unica, / è quella del sepolcro.»; «Mi parlano così i sogni quantici da cui discendo: / “L’universo è Dio: incompleto, mancato” ».

Piccoli slittamenti di senso: ecco ciò di cui ci fa dono con queste sue poesie, scompigliando confini che, prima di leggere, possiamo credere di ritenere esatti.


Filosofia


Parole e frasi sono gli intercalari del silenzio

che smette, ogni tanto,

di pronunciare il vuoto.


Allora qualche indizio di materia

deforma l’aria,

descrivendo le pause del nulla

prima che il silenzio

si richiuda.

(Le mani s’infrangono

contro un gesto incompiuto)


Aeroplano


Se tento

di raggiungere il cielo

la distanza rimane invariata.

M’avvicino

soltanto alle nubi.


In incognito


Dormo in incognito

per non farmi riconoscere dagli incubi.


Scavano per l’aria come talpe;

hanno un paio d’occhi

larghi e fotofobici.


Sul comodino

il lume acceso mi nasconde.


Speranza (Due variazioni)


I

La terra promessa,

l’unica,

è quella del sepolcro.


II

Spes ultima dea:

cioè la speranza

è l’ultima speranza.


I sogni quantici da cui discendo


Mi parlano così i sogni quantici da cui discendo:

«L’universo è Dio: incompleto, mancato.

Già… come il pianeta Giove è una stella

mai riuscita a formarsi».


Pietro Pancamo, poeta, novelliere ed editor professionista, è nato nel 1972. Dopo essere stato incluso nell’antologia «Poetando» (Aliberti), curata da Maurizio Costanzo, s’è visto pubblicare una breve raccolta di versi dal blog «Poesia» della Rai e dedicare una puntata del programma «Poemondo» dalla radio nazionale della Svizzera italiana. È autore delle sillogi poetiche Manto di vita (LietoColle) e Il Silenzio Stonato (Edizioni Thyrus); con quest’ultima ha vinto il Premio “Città di Torino”, per giungere poi secondo al “Trofeo Medusa Aurea”. Suoi testi sono apparsi sul «Corriere della Sera», «Il Fatto Quotidiano», «la Repubblica», «La Stampa», «Poesia» (Crocetti editore), «Atelier», «Gradiva», «Carmilla», «Il Ridotto», «Il Paradiso degli Orchi», «FantasyMagazine», «IF. Insolito & Fantastico», «Vibrisse», «El Ghibli», «Cronache letterarie», «Scriptamanent» (Rubbettino editore), «Suite Italiana» e «Diogen» (rivista di Sarajevo, fra le più importanti d’Europa). Attualmente cura la sezione poesia del mensile italo-olandese «Il Cofanetto Magico», mentre su Maratea Web Radio conduce la rubrica letteraria “(Pod)cast away”. Per Radio Big World (emittente italofona di Madrid) e «Beyond Thirty-Nine ha rispettivamente condotto il programma mensile «The Big World of Poetry and Fiction» e il podcast in inglese «Good Mo(u)rning, Italy!». Nel tempo –oltre a fondare e dirigere il portale culturale «L(’)abile traccia» (citato nel 2007 in un volume della Zanichelli)– è stato direttore editoriale della rivista internazionale «Niederngasse», caporedattore per la poesia dell’e-zine «Progetto babele» e redattore di «Viadellebelledonne» (per anni uno dei blog letterari più seguiti in Italia).

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