Gli inediti di Matteo Meloni
A leggere i versi inediti di Matteo Meloni ci si ritrova dentro un «corpo vigilante», non meno operoso e attento di quello delle api in servizio di Balziglia 1690. L’incedere del verso, frantumato e caricato di significato grazie al ricorso di frequenti enjambements, induce a una veglia, a una attesa inquieta che nel ritmo delle parole si compia l’immagine, l’azione poetica. Le date che accompagnano i titoli delle poesie ci proiettano nel passato (1944, 1690), un passato preciso fatto di luoghi e avvenimenti ben determinati. Eppure siamo al contempo scaraventati nell’indeterminatezza del futuro («Diventeranno pietraie le Alpi»; «Verranno i segugi troveranno»;) e portati per mano dal poeta dentro al presente («Questa notte non dormono le cime dei monti»; «Non lo sanno ma qualcuno si muove»), a osservare e vivere il farsi e il disfarsi dell’evento storico che si fa poetico, protetti nella nostra “avanzata” dalla «retroguardia delle stelle». Il paesaggio delle Alpi Cozie e della Val Germanasca, popolato da una ricca fauna, partecipa in toto, senziente, alle vicende dell’uomo, come se tra uomo e paesaggio naturale e animale non possa che esserci una tacita comunità di intenti. «Non dormono i pini, / gli uccelli, le fiere sentinelle», non dorme il lettore.
Seytes 1944
Diventeranno pietraie le Alpi,
cambieranno colore.
Nell’aria secca volava un astore
e sulle alture guardingo
rastrellava le forre.
Verranno i segugi troveranno
il nascondiglio, una lingua
di neve tra le spire del ferro,
il grigio fumoso.
Balziglia 1690
Questa notte non dormono le cime dei monti,
i dirupi e le gole, le famiglie
di animali i girini e migliaia
le fiaccole accese
di gendarmi stranieri all’addiaccio.
Non lo sanno ma qualcuno si muove
nel buio felpato – come
cervi leggeri alla volta del colle.
Questa notte non dormono i pini,
gli uccelli, le fiere sentinelle, il corpo
vigilante delle api in servizio.
Sul dirupo balugina alta
la retroguardia delle stelle.
NOTE
Seytes: piccola borgata della Val Troncea, nelle Alpi Cozie. Utilizzata dalle truppe partigiane durante la Resistenza, fu bruciata dai nazi-fascisti il 26 aprile 1944. I suoi abitanti erano perlopiù scultori e falegnami. Il 16 luglio del 1914 Seytes diede i natali a “Butler”, nome di battaglia di Maggiorino Marcellin, comandante partigiano.
Balziglia: il riferimento principale è a Balziglia, frazione di Massello, piccolo comune della Val Germanasca (To). Fu sede di una strenua resistenza dei Valdesi negli anni 1689-1690, assediati dall’esercito francese che tentò invano di annientarli dopo il loro rientro dall’esilio. Si racconta che la notte del 25 maggio 1690 i trecentosessanta combattenti valdesi superstiti, accerchiati dai soldati francesi posizionati a migliaia nei dintorni boscosi, tentarono una rischiosa via di fuga verso il monte Ghinivert, sotto la guida del capitano Filippo Tron Poulat. All’alba, quando i francesi ripresero l’attacco, i guerriglieri erano già lontani.
Nato a Roma nel 1990. Laureato in Letteratura italiana all’Università di Torino, ha pubblicato alcuni testi di poesia e di critica letteraria in antologie (Premio Lorenzo Cresti, Premio Mario Luzi), blog e riviste («Apertura Critica», «In Limine», «Interno Poesia», “Inverso”, «Poesia», «Smerilliana»). Ha partecipato, tra i giovani autori selezionati, all’edizione di Parco Poesia 2019 (“Talenti all’opera: un’ora per amare la poesia”). Dal 2016 insegna materie letterarie nei licei ed è membro del consiglio direttivo del Circolo dei Lettori di Pinerolo e direttore artistico del festival Pinerolo Poesia.
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