Gli inediti di Leonardo Bachini
Questi inediti di Leonardo Bachini, caratterizzati da un verso calibrato e nel suono e nella costruzione, ci portano a ripensare la parola come unità minima del discorso poiché qui il lemma, disadornato da ogni superfluità, fuoriesce in tutta la sua potenza espressiva, data in primis dalla continuità tra significante e significato. La scrittura di Bachini, inoltre, si situa dentro un cronotopo ben preciso che è quello della nostra società contemporanea, richiamata da alcuna terminologia ma, soprattutto, dalla stratificazione frammentata di cui relazioni e momenti sono costituiti e dal senso di impossibilità di fuga, che Bachini abilmente crea rivestendo tutto di una nebbia fitta dentro la quale discernere l’importanza delle cose è impresa quasi eroica.
Ho avuto terrore di me stesso
a saperti in questa mia vita
che disperde e maciulla momenti,
giga di memoria, e unità di misura
calcolabili in tachicardia.
Sai che è un infarto per me volerti bene;
essere al tuo fianco, così irrimediabilmente
incapace a trovare la pace
– ninna nanna inaudita –
nel regime del disincanto.
*
L’ira di mia madre l’ho abbattuta su di te.
Così anche tu hai avuto una madre.
Almeno per un rimprovero
a renderti figlia legittima
di questa terra, in cui sembri uno sbaglio.
Clandestina, hai raggiunto udendo
il tuo essere donna,
e colta di sorpresa dal gambo – la mia rabbia.
Partenza
Mentre guido, se penso allo stato di cose
che annebbiano i nostri occhi,
le mie nebbie si protraggono a lungo.
La via di scampo forse è l’uscita in variante.
La nebbia insegue, si dipana.
Viene dal mare, viene a prenderci.
Respiro
Fra un osso e l’altro sai congiungere
ossigeno se manca nelle vene.
Fai esistere lo spazio unito in cartilagine,
lo coniughi come il filo che ricuce sotto pelle.
Penetri. Il mondo ha ritrovato il suo polmone. Uno solo.
Non avrò più ossa se ci penso,
quando smetteranno i tuoi respiri.
La matriosca dei dolori
Da grande si fa più piccola e fitta
la sequenza dei dolori.
Hanno belle ciglia, neutri sorrisi
e labbra pronte per non poter dire.
Dentro un dolore se ne cela sempre un altro.
L’evidenza non inganna, dunque, se è tacito
l’intento di chi scruta nel corpo senza aprirlo
e comprende spiando da un bottone sganciato
il ritmo della cucitura del tessuto sulla pelle.
Avrà la sua nudità la matriosca –
attendi la sua estate, a scomporla e rivestirla
come esige ogni segreto.
Leonardo Bachini è nato a Livorno il 03/05/1997. Dopo aver conseguito il diploma presso l’ITIS Galileo Galilei di Livorno nel 2017, si è iscritto al Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica presso la facoltà di Lettere Moderne di Pisa nell’anno 2017/2018. Nel 2016 è stato premiato speciale al concorso di poesia “G.Bolognesi” (X edizione). Ha lavorato presso il Centro Studi Nonviolenza di Livorno dopo selezione dal bando per il Servizio Civile, in cui ha svolto ruoli variabili come archivista, bibliotecario, segretario d’ufficio. E’ impegnato presso Uni Info News, una realtà web di giovani giornalisti sul territorio toscano in cui scrive articoli di arte e letteratura. Ha partecipato alle lezioni di poesia della Scuola Carver di Livorno nell’anno 2019/2020. Borsista a Poesiaeuropa nell’anno 2021. E’ socio del Centro Scritture di Roma.
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